Alberto Moretti

96, olio su tela

litografia, 21 100, cm 50,5×35

Laureato in lettere, Alberto Moretti, esordisce come artista intorno alla metà degli anni Quaranta con disegni e dipinti figurativi che richiamano l’espressionismo, ma volgendo presto all’astrazione geometrica. Dopo un avvicinamento alle esperienze informali, dal 1959 sperimenta opere di sintesi tra Informale e New Dada. Negli anni Sessanta la sua ricerca muta in direzione di una Nuova Figurazione e della Pop Art con nuovi dipinti e collage che gli permettono di portare avanti alcune riflessioni sull’Arte Concettuale. Negli anni Settanta l’artista usa la cinepresa e la fotografia per integrare la sua ricerca. Nel 1972 fonda a Firenze la Galleria Schema e nel 1978 partecipa alla Biennale di Venezia. Negli anni Ottanta espone in importanti rassegne internazionali d’arte e di cinema d’artista. Muore a Prato il 29 Maggio 2012. Alberto Moretti nasce a Carmignano il 13 dicembre 1922 da Pietro Moretti e Marianna Londi. Durante l’adolescenza inizia a palesare una decisa propensione per le arti figurative, e parallelamente agli studi magistrali si dedica da autodidatta alla pratica del disegno e della pittura. I primi soggetti raffigurati dal giovane, che si cimenta nelle più disparate tecniche alla ricerca del mezzo espressivo a lui più congeniale, sono i familiari, gli amici, i vicini di casa che dopo cena si ritrovano “a veglia” per trascorrere le ore serali in compagnia, e dopo il diploma di insegnante elementare conseguito nel 1942 anche gli alunni intenti a svolgere i propri compiti sui banchi di scuola. Ritrae inoltre il paesaggio che lo circonda e si affina copiando i capolavori dei maestri del passato (dalle sue carte sono emersi tra i tanti anche alcuni schizzi della “Visitazione” pontormesca, e poi studi da Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Andrea del Sarto, i caravaggeschi, gli impressionisti). Animato da ideali di stampo socialista, nel 1944 entra a far parte del gruppo di partigiani che fa capo a Bogardo Buricchi, suo cugino e grandissimo amico, e partecipa attivamente ai preparativi dell’attentato tenutosi a Poggio alla Malva l’11 giugno di quello stesso anno, trasportando clandestinamente l’esplosivo destinato a far saltare in aria il convoglio ferroviario situato nei pressi della Stazione di Carmignano. Dopo la morte di Buricchi, che viene letteralmente dilaniato dallo scoppio dei vagoni carichi di tritolo, Moretti ne riceve in custodia e ne conserva con cura per tutta la vita il prezioso archivio personale, costituito da quaderni di scuola, diari, lettere, fotografie e documenti di vario genere. Nell’immediato dopoguerra, mentre da un lato esercita la professione di maestro dividendosi tra le scuole elementari di Santa Cristina a Mezzana, Carmignano e Seano, dall’altro intensifica l’attività artistica applicandosi con sempre maggiore assiduità alla disciplina della pittura. I suoi primi importanti lavori, di matrice chiaramente figurativa, risentono in maniera netta degli esempi di Soffici e Rosai, ma in un breve volgere di tempo egli si orienta verso le coeve correnti artistiche imperniate sui temi dell’impegno sociale e del lavoro, e le assorbe velocemente desumendone i modi sospesi tra l’Espressionismo e il Cubismo. Tuttavia Moretti brucia rapidamente anche questa esperienza e sullo scorcio del decennio si volge ad una produzione di impronta fortemente astratta, in chiave geometrica prima ed informale poi. A condurlo in quest’ultima direzione sono le sperimentazioni che egli compie utilizzando i colori ad olio sulla carta cosparsa di acqua (le famose “Carte abissali”), che successivamente lo portano a realizzare opere caratterizzate da sgocciolature, diluizioni, espansioni di forte suggestione espressiva e cromatica. Oltre alla pittura pratica la xilografia, la litografia, la serigrafia. Col principio degli anni Cinquanta comincia a collezionare una serie di prestigiose esposizioni e pubblicazioni in Italia e all’estero, segnalandosi tra i più rilevanti esponenti dell’Astrattismo internazionale. Alla metà del decennio si trasferisce in pianta stabile a Firenze, dove consegue la laurea in Lettere Moderne. Intorno al 1959 rivoluziona nuovamente il proprio linguaggio dando vita a dei lavori a metà strada tra l’Informale e il Neo Dada (i cosiddetti “Assemblages”) ed anticipando di fatto la corrente della Pop Art, di cui la critica specializzata riconosce in Moretti uno dei padri fondatori, e a cui il pittore si dedica con successo per qualche tempo. Con l’avvento degli anni Settanta passa all’utilizzo della macchina fotografica e della cinepresa, girando alcuni film a carattere antropologico a camera fissa in superotto. Nel 1972 insieme a Roberto Cesaroni Venanzi e a Raul Dominguez fonda a Firenze la celebre Galleria Schema di via della Vigna Nuova, luogo deputato ad accogliere le più stimolanti ricerche artistiche del periodo, palcoscenico ideale per ospitare dirompenti proposte avanguardistiche provenienti dal panorama sia nazionale che estero, formidabile trampolino di lancio per giovani ed innovativi talenti. Al contempo rivolge la sua attenzione a tematiche di tipo sociale, rivendicando il diritto ad un “lavoro come arte”, nel pieno rispetto della personalità e delle propensioni del singolo individuo. In tale contesto rende omaggio alle tradizioni artigianali e alla laboriosità delle donne della sua terra d’origine, eseguendo dei raffinati dipinti su supporti di paglia e di rafia intrecciata. Negli anni Ottanta e Novanta si concentra sulla realizzazione di opere di grande formato ed appunta la sua ricerca sulla luce, il colore e la gestualità, esprimendosi in lavori informali di forte lirismo che traggono ispirazione dalla natura. Nel 1994 Schema chiude i battenti e Moretti fa ritorno a Carmignano per trascorrere gli ultimi anni di vita nella pace e nel silenzio delle colline natie, che immortala in una serie di straordinarie fotografie. Nella bellissima casa-studio situata in prossimità della Rocca l’artista trasferisce e conserva la collezione di opere, pubblicazioni e documenti relativa alla sua attività e a quella della galleria da lui diretta per oltre vent’anni. Nel 2004 grazie alla collaborazione della Regione Toscana e del Comune di Carmignano nasce il Cantiere d’Arte Alberto Moretti, progetto destinato alla promozione dell’arte contemporanea in tutte le sue molteplici declinazioni, e nel 2008 viene inaugurato lo Spazio d’Arte Alberto Moretti|Schema Polis, galleria che sotto la sapiente direzione di Raul Dominguez ancora oggi propone ricorrenti esposizioni, in cui le opere di Moretti e dei maestri legati alla stagione di Schema si alternano a quelle di altri artisti provenienti da differenti esperienze formative. Alberto Moretti si spenge all’ospedale Misericordia e Dolce di Prato il 29 maggio 2012, lasciando in eredità al Comune di Carmignano la sua abitazione e lo sterminato archivio che in essa è contenuto